K-19
di Kathryn Bigelow (2002)
Chi non ricorda il Kursk, dove decine di uomini sono morti, seppelliti in mare. Il K-19 è l’avanguardia dei sottomarini russi durante la guerra fredda e due comandanti lo mettono alla prova, senza risparmiare l’equipaggio e gli infiniti contrasti, fino a rischiare il disastro nucleare. Questo film di Kathryn Bigelow, grande regista di film d’azione, forse non sarà un capolavoro, forse sarà un po’ troppo americano nonostante parli di un sottomarino sovietico, ma il clima claustrofobico, la solida performance di due attori come Harrison Ford e Liam Neeson e un clima di tensione continua, lo rendono un lungometraggio che rimane in alcuni momenti indelebile nella mente. Purtroppo la realizzazione yankee-style non lascia scampo, e il buonismo e l’happy ending rendono il tutto un po’ zuccheroso e stucchevole. Onore, tuttavia, all realizzazione e agli attimi di tensione che costringono lo spettatore ad attaccarsi alla sedia.
GIUDIZIO: W 1/2
Nella cinematografia ci sono diverse storie di sottomarini, da "U-Boot 96" a "Caccia a Ottobre Rosso", ma se vogliamo rendere gloria al cinema, non possiamo non ricordare "Operazione Sottoveste" di Blake Edwards con Tony Curtis e Cary Grant, un sottomarino rosa che in questi momenti non può che alleggerire l’idea della guerra.
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