Nemmeno il destino
di Daniele Gaglianone (2004)
Tre giovani amici vivono in una periferia di una città post-industriale, fra bigiate scolastiche, genitori alcolizzati, fughe dalla realtà e drammi quotidiani. Niente appare facile per i protagonisti del film di Gaglianone, ma la speranza di vedere la luce non è morta, sostenuta dalla verde età e dalla capcità di divertirsi e sorridere anche solo facendo rimbalzare un sasso sull’acqua di un fiume. Lentamente, la disillusione si fa più profonda e concreta e l’oblio del lasciarsi andare, prevale sul desiderio scanzonato e irriverente di un’esistenza al limite. Duro ed estremo in alcuni passaggi, “Nemmeno il destino” si ispira idealmente a “I 400 colpi” di Truffaut, utilizzando un taglio realista, e tre interpreti veri e spontanei. A differenza del film del maestro francese, il disagio, che cresce in un inesorabile climax, è urlato, come il dolore concreto per le cose che si perdono.
GIUDIZIO: WW
Liberamente tratto dall'omonimo romanzo di Gianfranco Bettin.
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