Favoloso Mondo di Amelie, Il
di Jean-Pierre Jeunet (2000)
Non me ne voglia Cecco (Castiello, n.d.r.) o chiunque di voi sia un suo ammiratore, ma sono ben contento del poco galante calcio nel culo che la Miramax ha dato al boriosissimo Moretti a vantaggio della dolcissima Amelie: Jeunet, pur divorziando dal bravo Caro in coppia col quale aveva dato vita a due visionari capolavori (Delicatessen e The city of lost children), non ha perso la sua vena creativa e poetica. Dopo la prova – non del tutto convincente, ma certamente la più onirica della serie – di Alien Clonation, il vecchio JP ci regala un favolone divertente e – quel che più conta – intelligente, a tratti tagliente e – come sua abitudine – incentrato sull’osservazione del mondo di tutti i giorni con lo sguardo limpido, ma al tempo stesso severo, di un bambino. Nel cast, oltre agli abituali Rufus e Dominique Pinon, spicca la carinissima Audrey Tautou (Amelie), mentre Kassovitz, con la sua faccia comune e poco espressiva, non rende giustizia ad un personaggio ideato per un volto più… malleabile. Carinissime ed originali le scenografie, fantasiosa ed anomala la sceneggiatura, come anche la caratterizzazione dei personaggi…Jeunet avrebbe meritato l’Oscar in “condominio” con Caro, direi per entrambi i film sopra citati: lo vincerà invece da solo con Amelie ed a ciò – statene certi – questa volta brinderà anche la sinistra italiana…
GIUDIZIO: WW
Consigliato a chi ama sognare.
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