Ultimo re di Scozia, L'
di Kevin McDonald (2006)
Il documentarista Kevin McDonald decide di cimentarsi con il cinema vero e proprio e per reggere il peso di questo fardello sceglie le spalle – larghe e possenti – di Forest Whitacker: scelta azzeccata, visto che su quelle stesse spalle è piovuto poi l’Oscar come miglior attore protagonista proprio grazie al ruolo di Idi Amin Dada che Whitacker interpreta in questo L’ultimo re di Scozia. Storia di ordinaria follia africana innescata dall’occidente (dagli inglesi in questo caso, che misero Amin al potere), di dittature sanguinarie, di deliri d’onnipotenza, d’immense, quasi offensive ricchezze detenute da pochi e sbattute in faccia ad un popolo ridotto alla fame. Ordinaria storia di follia africana degli anni settanta – ma anche degli anni ottanta, di quelli novanta e purtroppo anche dell’attuale, nuovo millennio - quella narrata da McDonald, che immagina l’incontro tra il dittatore realmente esistito ed un romanzesco, giovane medico della borghesia scozzese partito dopo la laurea alla volta dell’Uganda per fare del bene ai derelitti dell’umanità (in verità in cerca d’avventura e di avventure…). L’ingenuo dottor Nicholas Garrigan (un buon James McAvoy) avrà la ventura di incrociare il proprio destino con quello del sanguinario Amin, senza nemmeno lontanamente immaginare le brutture che si nascondono dietro alla sua apparente cordialità, al suo aspetto da orsacchiottone sorridente, dietro a quel meraviglioso occhio semichiuso che dà a Whitaker un’aria da eterno bambinone indifeso, cancellando la pericolosità istintivamente suggerita dal fisico imponente, dal suo metro e novanta d’altezza. Garrigan diventerà medico personale di Amin, suo principale consigliere per i primi, lunghi anni di dittatura: ma pian piano il velo sull’orrore si solleverà di fronte allo sguardo allibito del medico, la semina di sangue e cadaveri arrosserà i campi dell’Uganda chiedendo tributo anche al giovane scozzese. Fotografia a colori saturi, sgranati, lividi,zoomate improvvise e violente, montaggi sincopati rendono bene, benissimo le atmosfere anni settanta. Bravi gli attori, ma la storia si sbilancia eccessivamente sulla figura di Amin, che spadroneggia, subissa, schiaccia completamente quella di Garrigan il ci unico compito pare quello di lasciare la scena a Whitacker. Oscar meritato dall’attore di colore, ma forse non per questo film: molto più intense e convincenti – a mio parere – la sue interpretazioni da protagonista in Ghost Dog, Bird o La moglie del soldato (per non parlare dei ruoli da non protagonista in Good Morning Vietnam e Platoon). Un buon film, un’ottima ricostruzione storica, una zoomata sugli eccessi africani: in quel continente tutto è portato all’ennesima potenza, dalla bellezza all’orrore, dall’amore all’odio… Testimonianza!
GIUDIZIO: WW
Una curiosità: la definizione di Amin come Ultimo re di Scozia la diede Amin stesso durante una drammatica conferenza stampa... disse che il popolo scozzese lo avrebbe voluto incoronare perchè era riuscito a cacciare gli inglesi - che lo avevano messo al potere - dalla sua terra: lo stesso avrebbe potuto fare in Scozia!
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