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10.000 a.C.
di Roland Emmerich (2008)
Una storia d’amore alle origini dell’umanità, un viaggio nella preistoria: questo è 10.000 AC. Il regista tedesco Roland Emmerich firma un kolossal con effetti veramente speciali. Grande dispendio di mezzi – circa 75 milioni di dollari, il più costoso tra i suoi film – e riprese effettuate in molte parti del mondo (Nuova Zelanda, Sud Africa, Namibia, Thailandia, Gran Bretagna) per paesaggi maestosi e affascinanti. Gli effetti speciali dominano il lungometraggio; come dice il regista, con il budget utilizzato per creare il grande mammuth si sarebbe potuto avere Brad Pitt per ben tre film! Per rendere credibile il pelo dell’animale, è stato necessario un anno di lavoro con risultati davvero notevoli. Gli attori sono praticamente sconosciuti (salvo un ruolo secondario per Omar Sharif) un po’ per non aumentare ulteriormente i costi, ma anche per non distrarre il pubblico dall’ambientazione e dal pathos della storia. Il protagonista è D’Leh, un giovane cacciatore di mammuth che parte dalla sua terra per riprendersi l’amata Evolet rapita da una tribù violenta che periodicamente assalta i villaggi. Secondo la sciamana, Evolet – accolta dal villaggio di D’Leh da piccola dopo che la sua tribù era stata sterminata – ha un ruolo importantissimo per il futuro del clan e da lei dipenderà il benessere del gruppo. D’Leh nel suo viaggio scoprirà popolazioni e luoghi diversi fino ad arrivare a un popolo (tanto somigliante agli Egizi) molto avanzato, ma anche dominato da un capo malvagio. E sarà proprio D’Leh a convincere gli schiavi a unirsi al gruppo da lui formato con i popoli incontrati durante il viaggio e a ribellarsi, rovesciando la casta dominante. Le comparse provengono dagli stessi luoghi in cui le scene sono state girate. Il regista ha scelto di mantenere la lingua originale dei diversi gruppi (inglese, dialetto africano ecc) mentre per la civiltà più evoluta ha inventato un idioma specifico, per simboleggiare la loro disumanizzazione (questo e alcuni aspetti comportamentali ricordano un po’ il “dio Ra” di Stargate...). Il film non piacerà a tutti. In alcune parti è un po’ infantile, però i paesaggi sono molto belli e di questi tempi è molto apprezzabile il messaggio di amore e determinazione che trasmette.
GIUDIZIO: W 1/2
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Renata Zambelli
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