Indiana Jones e il regno del teschio di cristallo
di Steven Spielberg (2008)
E’ tornato! Indy è qui! A 19 anni dalla ricerca del Graal (L’ultima crociata con Sean Connery nel ruolo di Henry Jones Sr), il più famoso archeologo è di nuovo sugli schermi di tutto il mondo. Indy è uno dei pochissimi personaggi del cinema per il quale basta la silhouette per richiamare alla mente di chi si tratta. Ciò dimostra la sua notorietà. Per questa quarta puntata, l’attesa è stata spasmodica. Proiettato in anteprima al festival di Cannes ha generato una vera e propria “caccia all’invito” da parte dei VIP. E il professor Jones non delude i fans. Certo è invecchiato (anche i migliori lo fanno, purtroppo), ma ha lo stesso spirito di una volta. Forse vorrebbe rimanere con i suoi allievi, dopo aver servito la patria in maniera eroica durante la guerra – si capisce che è stato insignito di onorificenze varie e ha raggiunto il grado di colonnello -, ma le circostanze decidono altrimenti. Siamo in piena guerra fredda (1957) con tanto di maccartismo. I cattivi del momento sono i russi di Stalin; anche loro (come prima i nazisti) interessati a oggetti mitici, dotati di poteri soprannaturali e oggetto di leggende. E così il prof. Jones si ritrova nei panni di Indiana, in quel deposito di casse che concludeva la prima, strafamosa puntata della serie. E si scopre che la mitica Area 51 è piuttosto facile da espugnare... Da qui si innescano diverse situazioni e sfide degne dell’eroe. In un’intervista rilasciata da Harrison Ford, l’attore ha sottolineato di essere entrato immediatamente nel personaggio, come se avesse ritrovato una parte di se stesso, anche se ha dovuto sottoporsi a una dieta proteica e a sedute di palestra di tre ore al giorno. Utili, perché Indiana Jones è al pieno della forma e fa quello che ha sempre fatto nelle puntate precedenti. Lucas e Spielberg si sono permessi di infrangere una delle regole d’oro del film d’azione di Hollywood: l’immutabilità temporale dell’eroe. Indy è invecchiato, come una persona comune. D’altronde è sempre stato uno come noi, con le sue debolezze, i suoi difetti, la sua vulnerabilità. E’ per questo che ci piace tanto? I personaggi femminili del film sono due: Cate Blanchett che interpreta Irina Spalko, caschetto nero, stivali da dominatrice e cuore d’acciaio, nelle grazie di Stalin, abituata a ottenere ciò che vuole. Anche abile a piegare gli uomini alla sua volontà, per raggiungere il suo scopo. Che ora è riuscire a mettere le mani sul leggendario Teschio di Cristallo di Akator. L’altra donna è nientemeno che Marion Ravenwood, il grande amore di Jones, protagonista indimenticata dei Predatori dell’Arca Perduta. Finalmente ritorna; sicuramente il personaggio femminile meglio caratterizzato e all’altezza di Indy. E’ interpretato, come nella prima puntata, da Karen Allen, un po’ ingrassata rispetto al 1981, ma sempre con la stessa grinta e temerarietà. Come allora, non sfigura, ma completa Indiana. Scopriamo perché nell’Ultima Crociata, pur essendo ambientata nel 1938 – cioè un anno dopo l’Arca – Marion non c’era: era stata lasciata dal professore una settimana prima delle nozze! Sean Connery non ha accettato di ritornare nei panni del padre di Indy; Indiana ci informa che lui e Marcus Brody hanno lasciato questo mondo da poco e il loro ricordo è vivo nelle foto sulla scrivania. Tornando alla storia, i russi trascinano il prof Jones, insieme al suo braccio destro Mac (che si scoprirà assetato di soldi) alla ricerca del Teschio. E per costringerlo rapiscono il prof Oxley (John Hurt) un vecchio collega di Indy, praticamente il massimo esperto dell’argomento, e una certa Marion...che prima di venire rapita ha dato l’incarico al figlio Mutt di cercare Jones. Mutt è Shia LaBeouf, il nuovo pupillo di Spielberg. Giovane, 22 anni, di Los Angeles ha raggiunto la notorietà con Transformers e Disturbia, due film di successo in cui ha recitato benissimo. Qui lo vediamo in “stile Marlon Brando”, con chiodo, capelli impomatati, pettine sempre pronto e motocicletta d’ordinanza. Affronta il “matusa” (come chiama il prof Jones) con un certo scetticismo, salvo scoprire che nella sua vita avrà un ruolo molto, molto più importante del semplice “amico-salvatore-di-mamma”. Un’unica perplessità; Spielberg ha voluto unire i suoi temi preferiti: l’avventura e la presenza di altri mondi. Era proprio necessario? Costato 125 milioni di dollari, con il primo trailer scaricato dalla rete da oltre 200 milioni di utenti, la quarta puntata di Indiana è stata doppiata in più di 20 lingue; la previsione dei bookmaker è di un incasso superiore al miliardo di dollari. Consigliata la visione in un cinema dotato di tecnologia digitale, per apprezzare al meglio i suoni, i paesaggi e gli effetti speciali. Vicino a Milano è l’Arcadia, ora in due “opzioni”: a Melzo e a Bellinzago Lombardo (02-95416445 numero unico per le prenotazioni).
GIUDIZIO: WW 1/2
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