32
di Michele Pastrello (2008)
Un breve excursus sul cinema indie e sui cortometraggi italiani in particolare ci sembra doveroso, dopo anni d'attenzione dedicata unicamente a prodotti di major. E per farlo abbiamo deciso di parlare di 32, creatura di un cineasta nostrano di nome Michele Pastrello. Ma perchè proprio 32? Per un paio di buone ragioni: innanzitutto perchè eravamo già rimasti in qualche modo turbati - nell'accezione positiva del termine - dalla sua opera prima Nella mia mente, inquietante spaccato di una realtà con cui la cronaca italiana fa i conti tutti i giorni, uno psyco thriller già vincitore del PesarHorrorFilmFest nel 2006. In secondo luogo per il tema trattato da 32: una nota horror - la passione di Pastrello - resta anche in quest'opera, ma in un'accezione del tutto nuova. L'orrore è pur sempre violenza, ma in questo caso senza morti, senza lame che sgozzano, senza bisturi che lacerano, senza uncini che torturano: la violenza di 32 lascia ferite superficiali nei corpi, ma indelebili nelle anime. Le violenze parallele sono quelle subite da due simboli della fertilità, della vita, della rigenerazione: una giovane donna - interpretata dalla brava Eleonora Bolla - e la Terra veneta, la sua Natura. Il violatore di entrambe è naturalmente un uomo, spregevole, avido, assetato di soddisfazione qui e subito: l'incarnazione della (dis)umanità moderna. Insegue, bracca, picchia e violenta la giovane donna proprio davanti ai 32 chilometri di scempio paesaggistico - il passante autostradale di Mestre - che consentiranno a migliaia di Tir di devastare l'intera zona e del cui cantiere è responsabile. Ma una donna - come anche la Natura - se messa alle strette, violata, stuprata è capace di reagire con inaudita ferocia. Il problema? Che l'uomo troppo spesso se ne rende conto quando ormai è troppo tardi, quando capire l'errore è ormai inutile, come inutile aveva considerato in precedenza il rispetto per essa... Orrore socio-ecologico!
GIUDIZIO: WW
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