Uomo che verrà, L'
di Giorgio Diritti (2009)
L'uomo che verrà è stato il caso cinematografico italiano del 2010. Arrivato nelle sale un anno dopo la produzione grazie alla determinazione del regista ed al successo incredibile del suo primo film, Il vento fa il suo giro, ha stregato stampa, critica e pubblico. Girato interamente in dialetto emiliano, il film racconta la dura vita di una famiglia rurale sulle colline bolognesi durante la Seconda Guerra mondiale. Martina (Greta Zuccheri Montanari) ha otto anni e dalla morte del fratellino neonato ha smesso di parlare: tra gli stenti causati dalla guerra e gli scherni dei compagni di scuola, l'infanzia della ragazzina scorre al ritmo del suo sguardo, attento, vorace, pronto a cogliere tutte le evoluzioni della vita, testarda nel continare per la sua strada nonostante l'assalto della morte ormai alle porte. E così nello specchio dei suoi occhi si riflettono le immagini più svariate: dal reclutamento di alcuni giovani nelle file partigiane al nascere di nuovi amori tra gli adolescenti, dalla nuova gravidanza di sua mamma (Maia Sansa) alle ordinarie scene di vita quotidiana che ritmano le giornate di un periodo totalmente straordinario. Alla nascita del fratellino, alla fine del settembre 1944, la cascina in cui Martina vive con la famiglia viene rastrellata dalle SS, che nel giro di poche ore metteranno in atto la nota strage di Marzabotto, massacrando decine di anziani, donne e bambini... Ma anche di fronte alle più basse e crude azioni umane, la vita riuscirà ad averla vinta, dando la speranza a un nuovo domani, a quello dell'uomo che verrà. Un bel film, du cui però ho sentito parlare troppo e troppo a lungo, con la conseguenza di sapere già molto e di giocarmi qualsiasi tipo di sopresa. Indubbiamente un'ottima prova di regia e di recitazione - di un cast al 99% formato da perfetti sconosciuti - che non può che far bene al tanto bistrattato cinema italiano. Da vedere!
GIUDIZIO: WW 1/2
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