Nessuno mi può giudicare di Massimiliano Bruno (2011)
Opera prima dello sceneggiatore (Notte prima degli esami, Ex), che presta il suo volto anche a Martellone della serie televisiva Boris, è una commedia un po’ superficiale, ma che dà uno spaccato molto vero del mondo attuale in cui la crisi economica non guarda in faccia a nessuno.
Alice (una ottima Paola Cortellesi) è della Roma bene, moglie di un imprenditore, vive in una bella casa con tanto di domestici extra comunitari da lei spesso angariati. E’ madre di Filippo, ragazzo adolescente che comunica con il padre principalmente attraverso sms. E il detto “dalle stelle alle stalle” in una giornata di festa si applica ai due personaggi. Infatti, il marito di Alice, nonché padre di Filippo, uscendo da una riunione “molto intima”, rimane vittima di un incidente. La vedova scopre che la situazione finanziaria è tutt’altro che florida e dai Parioli si trova proiettata al Quarticciolo, grazie alla generosa attenzione di uno dei tanto vituperati domestici che l’aiuta a non rimanere letteralmente “in mezzo alla strada”.
E’ un mondo completamente diverso dal suo, una realtà eterogenea in cui ci sono figure piuttosto strane: dal portiere (ben caratterizzato da Rocco Papaleo) che odia i neri, con un figlio che pensa solo al mangiare, a Giulio (Raoul Bova) gestore di un Internet Point dove gli abitanti del quartiere accedono, ma pochi pagano, al suo aiutante la cui ragazza fedifraga sta facendo di tutto per riconquistarlo. Un mondo che si rivela di grande umanità. Tuttavia, Alice ha un enorme problema: deve trovare entro una data piuttosto vicina una somma vicina ai 300.000 euro. Come fare? Di necessità virtù. Oggi le escort sono di gran moda; grazie a una ragazza conosciuta “in altri tempi”, disponibile e con il “giro giusto”, Alice entra “dalla porta principale” in questo mondo.
Ma l’amore ci mette lo zampino: ad Alice Giulio non è completamente indifferente. Un negozio Decathlon vicino è proprio l’ideale per avere il “lavoro accettabile”. Ma come spesso succede, le bugie hanno le gambe corte… Giulio scopre casualmente cosa fa in realtà Alice e non la prende bene.
Tuttavia in una commedia che si rispetti il lieto fine è d’obbligo e questa non fa eccezione.
Il film è carino, facilmente dimenticabile senza lasciare tracce. Brava la Cortellesi, simpatici i comprimari; insomma: una discreta “opera prima”, ma per rimanere nella storia del cinema c’è molto, molto da fare.
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