Smetto quando voglio
di Sydney Sibilia (2014)
Esordio positivo dietro la macchina da presa di Sibilia con una commedia agrodolce che pone in risalto un problema molto attuale: la precarietà dei giovani ricercatori italiani (e dei giovani in senso lato…). Pietro Zinni è un ricercatore con un quoziente intellettivo molto elevato a cui, però, non corrisponde un altrettanto importante impiego e un’adeguata paga. La sua dimostrazione per un nuovo progetto cade nel vuoto e, la conseguenza, è la perdita del pur precario lavoro. Zinni non è l’unico che non riesce a fare ciò per cui ha studiato; diversi suoi ex compagni di studi lavorano come lavapiatti, giocatore d’azzardo, benzinaio, pur avendo fior di titoli e capacità per altre attività. Sibilia mette in evidenza anche il cambiamento della nostra società; infatti, i proprietari delle aziende per le quali prestano la loro opera gli ex ricercatori sono cinesi, rumeni, extracomunitari… Ma è proprio vero che non possano trovare altro? Zinni scopre la risposta nel corso di una casuale serata in discoteca: creare una nuova droga; una bomba, ma assolutamente legale. E così, insieme con gli amici scienziati, realizza una pillolina micidiale. Il successo è immediato e tanto interessante da attirare l’attenzione della malavita organizzata, con tutti i problemi che si possono immaginare. Facile arrivare al successo, ma gestirlo e, soprattutto, non rimanerne scottati non lo è altrettanto. Bravi gli attori, tra gli altri Edoardo Leo, Valeria Solarino, Valerio Aprea, Paolo Calabresi, Libero De Rienzo, buona la sceneggiatura e la regia. Una commedia che strappa diverse risate, ma che fa anche pensare ai difetti dell’attuale società italiana.
GIUDIZIO: WW
|