Tutti abbiamo qualche pallino, qualche passione, qualche fissa: quella di Eddie Vedder è l'ukulele. E l'ha tanto sponsorizzato negli ultimi anni da averlo fatto diventare di moda negli States. Ora arriva a dedicargli il suo secondo disco solista, dopo il meraviglioso
Into The Wild. Il risultato è un
ensamble di quattordici pezzi - più due intermezzi - che non arriva a superare i 35 minuti di durata. Ai primi ascolti, però, questa brevità non si percepisce: le canzoni, per la limitatezza espressiva dello strumento, risultano tutte piuttosto uguali, tanto da sembrare un solo pezzo di oltre mezz'ora. Anche la voce strepitosa di Vedder si acquatta su toni dimessi e monotòni, quasi stesse cantando delle ninnenanne alla figlia... Ci vuole quindi una fede assoluta nella caratura di questo indiscutibile artista per rimettere la traccia 1 ed ascoltare di nuovo tutto con più attenzione.
Can't keep, già contenuta in
Riot Act (a mio avviso il meno convincente album dei PJ insieme a
Binaural), prende ad un certo momento una sua consistenza: è sicuramente il pezzo più movimentato e ritmato del disco. La trasognata
Sleeping by myself ci culla su una dondolante amaca sonora, dove la dolce
Without You ci prende per mano accompagnandoci sulla soglia del sogno... e c'è il caso che dopo alcune note di
More than you know vi troviate a surfare onde alte quattro metri in quel di Honolulu. Se la cosa vi sembra strana, perché un secondo prima eravate in tangenziale...svegliatevi al volo, prima che sia tardi! Si prosegue con
lullabies molto belle, dove il calore dell'ugola di Eddie ci fa da copertina fino a che non suona la sveglia (che sia un picco d'autoironia del grande Vedder?) all'inizio della traccia numero 8,
Longing to belong, che introduce anche l'uso di archi. E' poi la volta della mia track preferita:
You're true, che fa il paio con la bella
Sleepless Nights, cover degli Everly Brothers cantata in duetto con Glen Hansard. Ancora qualche pezzo e approdiamo a
Dream a Little Dream, chiusura dell'album. Vedder non si discute, come però anche il fatto che questo disco risulta alla fine un po' noioso...
Buona notte!