Veils - The runaway found, The
(2004)
Dalla Nuova Zelanda arrivano questi The Veils, dediti ad un sound molto elegante, raffinato, ricercato che combina elementi caratteristici di un pop inglese anni novanta alla Morrissey con ampie spruzzate di quel filone di rock melodico targato Starsailor... forse mi spingo troppo in là, ma mi pare evidente in questo The runaway found una forte componente d'ispirazione che si rifà al bellissimo Grace del compianto Jeff Buckley. L'album si apre con The wild son, dove l'influenza della pop vague britannica è assolutamente evidente, per cedere il passo alla bellissima Guiding light, in cui la voce di Finn Andrews (figlio del tastierista degli XTC Barry Andrews) si esibisce in tutto il suo splendore con un roco cantato moaning. E' poi la volta del singolo che ha consacrato al mondo questo gruppo emergente, la hit Lavinia, splendido pezzo buckleyano arricchito da uno spartito la cui melodia ricorda - in bello, bellissimo anzi - quella di The power of love dei Frankie goes to Hollywood. Dopo il placido ed onirico inno a Lavinia i nostri amici kiwi si scatenano con More heat than light, un pezzo aggressivo, abrasivo, il cui giro di chitarra ricorda a tratti Not for you dei Pearl Jam di Vitalogy. Come a farsi perdonare di tanta cattiveria, eccoli impegnati con la ballabilissima, super pop The tide that came and never came back, dal ritmo che sale pian piano per poi ridiscendere proprio come la marea cantatata da Finn. Atmosfere da sogno, da alba neozelandese che incornicia il passaggio di alcune balene vicino alla riva, caratterizzano le emozioni che suscita The leavers dance, in cui la chitarra ha il sapore dei primi U2. Il giro di boa di questo ricchissimo album (ben 14 tracce) è la romanticissima Talk down the girl che ci mette il vento in poppa per tornare verso riva... ma si tratta di una brezza leggere, tiepida, carezzevole come le due lentissime, quasi sussurrate The valley of New Orleans e Vicious traditions, quest'ultima impreziosita da percussioni vagamente Maori via via crescenti, come tuoni di una tempesta estiva in avvicinamento, per poi sfociare negli scrosci d'acqua disegnati dai piatti verso la fine del pezzo. Si continua così con un'infilata di brani ora placidi e godibilissimi, grazie agli archi di The nowhere man e ...& one of us must go, ora più rapidi, ritmati e vivaci come Death & Co. e Red curtain, per giungere al gran finale di Us in leaves, bellissima chiusura di The runaway found del quale contiene tutti gli elementi distintivi... al tramonto buttiamo l'ancora in rada, per goderci il calare di un sole rosso fuoco sulla superficie ancora leggermente agitata del mare. Chicca dal nuovissimo mondo!
GIUDIZIO: WW 1/2
Note ideali, quelle di quest'album, per Fuoco cammina con me di David Lynch per le atmosfere lente, ma sempre comunque un po' inqiuietanti dipinte dai The Veils.
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