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Soundgarden-Down on the upside
(1996)
Con Down on the upside cala il sipario su un importantissimo capitolo del rock di fine millennio: dopo quest'album gli autori di capolavori come Badmotorfinger e soprattutto Superunknown si sciolgono per dare il via a carriere soliste. Scelta sofferta - soprattutto dai fans - e scellerata - visto lo scarso successo dei singoli progetti... ma tant'è. Down on the upside raccoglie i frutti di una carriera decennale di una band di culto, trasformatasi poi in un fenomeno di massa, e fornisce una panoramica della miglior musica generatasi nel giardino del suono. Forse non ci sono pezzi che resteranno epici come Jesus Christ pose, Rusty cage o ancora Superunknown, Fell on black days, Spoonman e Black hole sun, ma nel complesso si tratta di un disco ben riuscito nel panorama della produzione dei Soundgarden. In particolare ci troviamo fin da subito alle prese con un pezzo, Pretty nose, che avrebbe potuto facilmente far parte di Superunknown ed in cui la voce di Cornell raggiunge vette da brivido. Sullo stesso filone, più melodico e meno ostico rispetto alle produzioni precedenti, si procede fino alla prima vera novità: Ty Cobb, un pezzo splendido che reinterpreta in chiave rock la musica country, con quel benjo scatenato che tanto ricorda quello di Un tranquillo week end di paura. Bellissima Blow up the outside world, che riporta alla mente la strepitosa The day I tried to live dell'album precedente. Ed ecco partire la seconda canzone davvero sopra le righe di questo LP: Burden in my hand, un brano estremamente melodico dove le magnifiche capacità sonore di Cornell danno solarità ad un testo non proprio allegro...davvero bellissima! Poi eccoci ripiombare nel passato più remoto della band con la psiche-onirica Never the machine forever, violenta e cacofonica. L'album prosegue su ritmi decisamente sostenuti fino alla finale Boot camp, sedicesima traccia di un disco complesso, molto ben amalgamato, con un sapore nostalgico, proprio come la sua ultima traccia, lasciando intendere che i ragazzi di Seattle avessero già in mente lo scioglimento del gruppo e dessero un malinconico addio ai propri fans... Il lungo addio!
GIUDIZIO: WW 1/2
Questo disco sarebbe davvero splendido per un eventuale remake tarantiniano del classico Un tranquillo weekend di paura!!!
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Filippo Nembrini
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