Neve se ne frega, La
di Luciano Ligabue (2004)
Luciano Ligabue è uno di quegli artisti che in qualsiasi disciplina si cimentino lasciano il proprio marchio di fabbrica, la propria impronta, unica come un fiocco di neve: quella del Liga odora di lambrusco e pop corn, è impressa lì, a metà strada tra l'Emilia e gli Stati Uniti. Anche se c'è da dire che resta sempre e comunque molto più abile come cantautore, le sue prove alla regia (Radio Freccia e Da zero a dieci) ed alla macchina da scrivere (Fuori e dentro il borgo e questo La neve se ne frega) restano una spanna sopra a molti lavori editi al giorno d'oggi. In questo romanzo il Liga ci parla del futuro, degli effetti sul mondo ad opera del Piano Vidor, entrato in vigore dal 2095: il mondo è ora pulito, i bisogni delle persone sono rispettati, le risorse sfruttate con cautela, l'ambiente rigoglioso. I diritti e i doveri degli abitanti del pianeta Terra sono ben determinati e definiti dal Piano, che decide quali programmi TV possano essere visti e quali no, quali cibi ingeriti e quali no, in un meccanismo finalizzato ad esiliare incertezza, dolore ed imprevisti. Tutto è è come deve essere: in equilibrio... se non chè una delle leggi della Natura è stata completamente sovvertita: si nasce solo artificialmente e anziani, per poi ringiovanire, regredire con gli anni all'infanzia e poi morire - o meglio - scomparire in una piccola, infinitesimale cellula. Protagonisti della storia sono DiFo e Natura, nati rispettivamente di 79 ed 81 anni, abbinati fin dalla nascita come coppia e fatti sposare, innamoratisi follemente l'uno dell'altra come in un miracolo. I nomi che vengono loro assegnati gli impongono un lavoro (lui fa il cameraman per la TV, lei cura giardini botanici) che alla fine li appassiona; i due seguono alla lettera i dettami del Piano, nella gioia e nel dolore - come nel caso degli adulteri obbligatori imposti ad entrambi i coniugi dal Piano - fino a che... la Natura, con i suoi miracoli, non mette il bastone tra le ruote di questo sistema di felicità artificiale. Il romanzo non è una storia di fantascienza, ma una storia d'amore, di quello con la A maiuscola tra due persone che inconsapevolmente provano una sorta di nostalgia biologica per quello che potrebbe, senza che lo sappiano, essere il frutto della loro unione. Insomma è un romanzo che parla e celebra sentimenti universali, l'imperfezione del mondo e della nostra vita, che proprio perchè imperfetta e imprevedibile è ricca di sapori, di colori, di luci e ombre. Il tutto narrato utilizzando un'ambientazione originale ed immaginaria... ho detto "originale"? Già, peccato che - sempre per I Canguri di Feltrinelli, oltretutto - nel 2000 fosse uscito un romanzo di Francesco Piccolo intitolato Il tempo imperfetto, che narrava della storia d'amore lunga una vita tra Carlo e Teresa in un mondo sottosopra, dove le macchine hanno il controllo ed hanno riprogrammato il ciclo biologico degli umani che così nascono vecchi e vanno a scuola, mentre gli adulti lavorano ed i giovani si godono la pensione... sembra lo specchio de La neve se ne frega, no? Carta carbone!
GIUDIZIO: WW
Certamente il Liga potrebbe fare di questo libro - che mi è piaciuto, per carità, anche se un po' di gusto me l'ha tolto l'aver già letto Il tempo imperfetto - un bel film, immaginare e poi creare un'Emilia degli anni tremila, narrare la sua storia con maestria e nessuno avrebbe nulla da dire... o forse qualcuno sì: Francesco Piccolo!!!
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