Percy Jackson e gli dei dell’Olimpo – Il ladro di fulmini, Il
di Rick Riordan (2010)
In attesa dell’esordio sul grande schermo italiano (la versione cinematografica era prevista in sala per il 12 febbraio ma e’ stata rimandata probabilmente per evitare di passare inosservata visto il grande successo continuato di Avatar), Mondadori ha distribuito il romanzo originale. Primo di una serie di cinque libri che negli Stati Uniti ha spopolato con oltre sei milioni di copie vendute, Il ladro di fulmini racconta la storia di un ragazzo di dodici anni, dislessico, “soggetto difficile” espulso da piu’ scuole, che si scopre mezzosangue. Non di un qualsiasi rappresentante delle razze umane, ma nientemeno che di uno della triade dominante degli dei dell’Olimpo di antica memoria. Il racconto inizia a New York, in occasione della gita scolastica organizzata dal collegio – lo Yancy Academy – per ragazzi “difficili” in cui la mamma l’ha iscritto. Il libro e’ raccontato in prima persona e Percy, il cui vero nome e’ Perseus Jackson, cerca di descrivere le cose secondo lo stato d’animo del momento. Non ha tanti amici e con i professori non va propriamente d’accordo. L’unico che gli e’ sicuramente vicino e’ Grover, un compagno che ha l’aria del ripetente e del sottomesso. Tra i professori, solo il signor Brunner, un tipo di mezza eta’ costretto su una sedia a rotelle, insegnante di latino, sembra ritenerlo capace di conseguire risultati di ottimo livello. E’ verso la fine della gita al Metropolitan Museum of Art che Percy incontra, per la prima volta, un essere “impossibile”. La sua disputa con una compagna di classe particolarmente antipatica genera una sua reazione inconscia che determina lo scontro con la scostante insegnante di matematica. La signora Dodds, lungi dall’essere indifesa, si trasforma in una micidiale megera con unghioni e zanne, pronta a divorarlo. E cosa ancora piu’ stupefacente il signor Brunner si materializza sulla soglia della sala, lanciandogli una penna che si trasforma in una spada. Allucinazioni frutto di una mente malata? Tanto piu’ che i suoi compagni non conoscono alcuna signora Dodds ne’ sembrano aver visto alcunche’ di strano. E’ da questo episodio che Percy comincia a ripensare alle stranezze che hanno costellato la sua infanzia; il rientro in famiglia (la madre si e’ sposata con un orrido tipo, puzzolente e maleducato) e la consapevolezza di essere stato “buttato fuori” dall’ennesima scuola non lo aiutano certo a considerare la sua vita un esempio di felicita’. Ma da questo momento inizia una corsa contro il tempo per sfuggire al suo destino di mezzosangue. Scopre dalla mamma e da Grover di essere “diverso” e di aver un unico punto sicuro in cui stare: la collina dei mezzosangue, un luogo semplicemente fantastico che gli umani vedono come una grande coltivazione di fragole, ma in realta’ accoglie molte persone figlie di un genitore umano e di un dio. Si’, proprio quelli dell’antica Grecia che lungi dall’essere scomparsi si sono semplicemente trasferiti nel luogo del potere. Ai nostri tempi, qual e’ la civilta’ che determina le scelte del mondo umano? Quella occidentale, naturalmente, con gli Stati Uniti centro dominante. E’ qui che gli dei hanno portato l’Olimpo ed e’ li’ che i loro figli, dotati di straordinarie possibilita’, trovano il luogo adatto dove vivere se non riescono a mimetizzarsi nella societa’ umana. Tuttavia, un accordo tra i tre grandi (Zeus, Poseidone e Ade), esclude per loro l’unione con gli umani – dopo i disastri creati nella prima parte del secolo XX. Chi trasgredisce attira le ire degli altri sui loro eredi che hanno un odore (alle loro narici) particolarmente potente. E’ per questo e perche’ suo padre (quello vero) sembra essere l’autore del furto di uno dei simboli piu’ letali del potere di Zeus che Percy attira esseri mostruosi. Alla Collina dei Mezzosangue si assiste al riconoscimento da parte di Poseidone del suo figliolo, destinato – secondo l’Oracolo – a compiere un’impresa utile a tutti: dal genere umano che cosi’ non scomparira’, agli dei. Una corsa contro il tempo: Percy sara’ aiutato da due amici, ma scoprira’ il tradimento e imparera’ a trovare dentro di se’ la volonta’ e la capacita’ di raggiungere gli obiettivi. Rick Riordan scrive benissimo. Non si riesce a staccare gli occhi dal libro: bisogna andare avanti e vedere come finisce. L’attesa per il film e’ tanta: speriamo che la trasposizione sia all’altezza del racconto, che gli effetti speciali rendano l’Olimpo e le azioni cosi’ come la fantasia dello scrittore le ha descritte. Un bel libro per adolescenti e adulti. Forse un nuovo Harry Potter (questo probabilmente e’ cio’ che si attendono i produttori...).
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