Inferno
di Dan Brown (2013)
Dan Brown torna al suo personaggio più popolare, quel prof. Robert Langdon che tutto il mondo ha imparato a conoscere grazie al Codice da Vinci. Dopo Parigi, Roma (Angeli e demoni) e Washington (Il simbolo perduto) l’autore ha principalmente ambientato la storia in una delle città italiane più conosciute all’estero: Firenze. E il vate ispiratore della vicenda è nientemeno che il sommo poeta Dante Alighieri e la sua Divina Commedia. Langdon, ben noto studioso di simbologia, si risveglia in una stanza d’ospedale ferito alla testa, stordito, con gli abiti insanguinati e in un ambiente sconosciuto. Capisce di trovarsi in Italia, ma non sa perché né quando vi sia arrivato. La sua testa è confusa e, cosa ancora peggiore, comprende di essere in preda a un’amnesia. Ha uno shock ancora più forte quando il dottore italiano viene ucciso da una donna semipunk, sicuramente un killer, che lo fredda senza lasciargli il tempo di aprire bocca. Langdon riesce miracolosamente a fuggire dall’ospedale grazie all’aiuto di Sienna Brooks, giovane dottoressa bionda che lo trascina lontano dalla stanza. Con lei fugge da una supposta caccia all’uomo organizzata da qualcuno che non conosce. Gli unici ricordi che Langdon ha sono di una bella signora con i capelli argentei che gli dice di cercare e di fare in fretta perché non c’è più tempo. Spinto da questa e altre visioni e dalla volontà di scappare da personaggi vestiti di nero che sembrano agenti dei servizi, il professore – insieme con Sienna – prova a ricostruire i suoi movimenti delle passate 24 ore. Più sconcertato che mai quando scopre di essere lui, insieme con il curatore del museo del Duomo, l’autore del furto della maschera mortuaria di Dante. In un crescendo di suspence che da Firenze porta i personaggi del racconto (tra cui anche la direttrice dell’Organizzazione Mondiale della Sanità – OMS) a Venezia e poi a Istanbul, Langdon dipana la matassa e scopre la scelta estrema fatta da un geniale genetista suicida ai danni (o per la salvaguardia?) dell’umanità. Scritto con buona capacità narrativa, Inferno è – probabilmente – il migliore dei quattro romanzi con protagonista il professore. La tensione e i tempi sono perfetti per un thriller vincente e la lettura è facile e coinvolgente. Il tema trattato, poi, è stato ed è davvero oggetto di discussioni a livello internazionale, nella comunità scientifica e non. E’, quindi, facile prevedere il successo di quest’opera, anche grazie alla macchina di marketing messa in piedi in tutto il mondo. In Italia il libro è edito da Mondadori.
GIUDIZIO: WW
Ron Howard, dopo Il Codice da Vinci del 2006 e Angeli e demoni del 2009, può mettere in cantiere anche il terzo capitolo, sempre con protagonista Tom Hanks. Nei panni della direttrice dell’OMS sarebbe perfetta Merryl Streep, mentre Blake Lively starebbe bene nei panni della bionda Brooks. I primi due film hanno incassato parecchio, quindi Howard potrebbe pensarci visto che ha terminato la sua fatica dedicata alla sfida tra i piloti di Formula 1 Lauda e Hunt (uscita prevista: settembre 2013).
|